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Roma Festival Barocco

14 Dicembre 2023 / 20:30 - 28 Giugno 2024 / 23:30

€12

Roma Festival Barocco 

Giovedì 14 dicembre 2023 – ore 20,30
Refettorio del convento di Trinità dei Monti

Echi del mondo ebraico a Venezia

Ensemble Salomone Rossi

Marta Fumagalli, mezzosoprano
Lydia Cevidalli,
violino e direzione
Giacomo Coletti, violino 
Marco Frezzato, violoncello
Giovanni Togni,
clavicembalo

L’Ensemble Salomone Rossi celebra i 400 anni dall’edizione dei “Canti di Salomone” di Salomone Rossi, Venezia, 1622 – 1623

Leggi presentazione su Giornale della Musica del 21 Novembre 2023
Leggi presentazione su RaiNews del 24 Novembre 2023
Ascolta l’intervista a Radio Popolare di lunedì 11 dicembre 2023, dal minuto 29,49 a 42

Nel panorama ricchissimo della storia musicale veneziana, un posto particolare, sicuramente affascinante, riguarda la presenza sporadica di testimonianze musicali legate o ispirate al mondo ebraico.
Tale repertorio, anche se in maniera non organica e continuativa, è stato il principio ispiratore di alcune composizioni edite nel XVII e il XVIII secolo e che suscitarono interesse in ambito europeo.

Il primo nucleo di brani proposti nella serata sono del compositore mantovano Salomone Rossi Hebreo che, nel 1620, pubblicò a Venezia una raccolta di Salmi, unendo testi sacri ebraici e musica polifonica in stile tardo rinascimentale, avvicinando due universi culturali fino ad allora separati.

Dopo circa un secolo, sempre a Venezia, apparve la monumentale opera di Benedetto Marcello “L’Estro Poetico Armonico, Parafrasi sopra li Salmi”, con testi di Girolamo Ascanio Giustiniani, dove, all’interno delle composizioni, troviamo ben undici canti sinagogali, chiamate Intonazioni dal compositore veneziano. Tali canti, tramandati oralmente, sono sopravvissuti fino a noi grazie a questa raccolta e vennero  utilizzati dal compositore come spunto musicale per scrivere arie spirituali in stile settecentesco ispirati alle antiche melodie. Ancora oggi non sappiamo (e forse non lo sapremo mai) se Marcello ascoltò ed annotò queste melodie recandosi in una delle Sinagoghe veneziane o se invitò uno o più cantori della comunità ebraica nel suo palazzo per ascoltare tali musiche. Si trattò in ogni caso di un atteggiamento sicuramente aperto e al di là delle rigide convenzioni in auge ancora nel XVIII secolo e che, da quello che traspare nelle prefazioni ai Salmi, preconizzava la riscoperta di radici comuni tra mondo ebraico, classico e cristiano. La raccolta dei Salmi di Marcello, di cui comparve la prima edizione nel 1724, ebbe una notevole diffusione e influenza in ambito europeo, con esecuzioni ed elaborazioni in diversi luoghi.

Vale la pena di ricordare, a tal riguardo un’esecuzione integrale di Salmi tenutasi a Roma, in dodici serate, presso la Cancelleria Apostolica nell’anno 1739. Un’edizione inglese del 1757 a cura dell’editore Johnson propose i 50 Salmi con traduzioni in inglese fatte da  John Garth dei testi di Ascanio Giustiniani.
Uno dei casi più curiosi in ambito europeo fu ciò che avvenne a Praga, nel 1729 al Teatro di Sporck, e oggetto di studio negli ultimi anni da parte della musicologa Milada Jonášová.
Antonio Denzio, tenore bolognese vissuto per un certo periodo in Veneto, si trasferì a Praga prendendo in gestione il suddetto teatro. Nel 1729, in periodo di Quaresima, propose al pubblico un Oratorio- pastiche, Sansone, con la collaborazione di alcuni musicisti, tra cui Lucchini, che, in tale oratorio interpretò la parte del rabbino. All’interno delle varie scene comparvero ben sette delle undici Intonazioni ebraiche pubblicate nell’Estro Poetico Armonico, cantate per rendere probabilmente più realistica l’azione drammatica ispirata alla Bibbia.

Si trattò di una semplice curiosità, di un cambio di sensibilità o di una ricerca di fonti e suoni verosimilmente più autentici? È difficile poter dare una risposta esaustiva in tal senso. Possiamo solo constatare come ancora oggi, a trecento anni di distanza, la raccolta di Marcello e le antiche melodie ebraiche riescano ancora ad affascinarci, lasciando vivi e intatti gli spunti di riflessione da loro aperti in una prospettiva di continua ricerca. (Giovanni Togni)

 

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